Web Marketing, outdoor ed eccellenze enogastromiche. Sono i capisaldi dei progetti dell’Associazione Albergatori di Pietra Ligure. A parlarne è il nuovo presidente Giuseppe Casella, eletto lo scorso settembre, che interviene anche sul tema della tassa di soggiorno
Oltre al rinnovo del Consiglio direttivo, il 2016 ha portato altre novità all’APA?
Sì. La nostra Associazione, che raccoglie anche numerose strutture della vicina Borgio Verezzi, da quest’anno ha al suo interno un gruppo di venti ristoratori pietresi, uniti dalla volontà di perseguire i nostri stessi intenti: promuovere il territorio e le sue peculiarità, rilanciarne l’immagine e favorire la crescita del turismo. Il nuovo Consiglio direttivo, nominato da poco più di un mese, è molto motivato e preparato, ed è espressione di tutte le realtà ricettive del territorio.
Quali sono i progetti che avete intenzione di realizzare?
Tra tutti quelli che abbiamo messo in cantiere, spicca senza dubbio il progetto relativo al Web Marketing, che proprio in questi giorni passerà alla fase esecutiva. Lo scopo che ci prefiggiamo è portare nuovi visitatori a Pietra Ligure e, grazie a una serie di meccanismi, invitarli a prenotare un soggiorno presso le strutture ricettive. Intercettare nuovi segmenti non solo del mercato italiano, ma anche e soprattutto estero, sfruttando le leve commerciali messe a disposizione dalla rete, sarà parte fondamentale di questo mandato. Sono fermamente convinto che da questa iniziativa tutta la città di Pietra Ligure, e non solo le strutture ricettive, avrà grandi benefici di immagine ed economici.
Come intendete promuovere il turismo?
Punteremo sull’outdoor e sulle eccellenze gastronomiche. L’outdoor come vera espressione di attività fuori porta. Così, infatti, mi piace definirlo, per non confinarlo alla sola parte bike. Sono convinto – e questo fa parte di un progetto ambizioso, che se affrontato nella maniera corretta potrà portare grandi benefici nel lungo periodo – che Pietra Ligure abbia delle grandi potenzialità e possa ritagliarsi un target turistico di riferimento importante. Penso, ad esempio, ad attività che si possono svolgere in primavera e in autunno, come il bike e trekking “soft” dedicato alla famiglia e collegato ad eventi e manifestazioni sul territorio.
Il food è un altro elemento di spicco, e “La Gastronomica” che si è tenuta a Pietra Ligure a inizio settembre è stata la riprova che è un mercato capace di attirare un grande pubblico Certo è che bisogna, già da quest’anno, impegnarsi ad ampliarla avendo orizzonti ampi e sapendo sfruttarla per far parlare di Pietra Ligure al di fuori dei confini regionali. Su questo aspetto ci confronteremo a breve con l’Amministrazione Comunale per condividere dei progetti futuri. Vedo molto favorevolmente, ad esempio, la realizzazione di settimane del food, dove proporre insieme “Gastronomica”, eventi ed azioni collaterali, che possano far vivere un’esperienza di vacanza unica nel suo genere. Brandizzare il nome di Pietra Ligure legandolo al food di qualità, com’è “La Gastronomica”, potrebbe avere dei risvolti importanti, assolutamente da non sottovalutare.
Qual è l’opinione dell’APA sul possibile ritorno della tassa di soggiorno?
E’ un tema spinoso e più che mai attuale in questi ultimi tempi, con lo scadere alla fine dell’anno della “no local tax” che, se non rinnovata per il 2017, darà facoltà alle amministrazioni dei Comuni turistici della Liguria di introdurre la famigerata ex tassa di soggiorno, ribattezzata “tassa di scopo”, che poi tassa di scopo proprio non è.
In linea teorica, essendo coscienti che i bilanci comunali sono oramai ridotti alla fame, si potrebbe ipotizzare che diventi pratica comune che un’amministrazione utilizzi queste somme, percepite per finalità turistiche, per tappare i buchi di bilancio e, con una battuta, anche quelli delle strade. Questo solo per fare un piccolo esempio.
Bisogna anche pensare alla grande diseguaglianza di imposizione che si verrebbe a creare, ad esempio in una città come Pietra Ligure, che conta un numero di presenze nelle seconde case con un rapporto di 10 a 1 rispetto al numero di presenze che cubano tra Hotel, Residence, Camping, Cav, eccetera.
I clienti di quest’ultimi sarebbero tassati, mentre quelli delle seconde case la scamperebbero in quanto esenti da tassazione. Oltre ad accentuare una distorsione di un mercato in tema di concorrenza sleale, già da tempo ai limiti della sopportazione, si darebbe un grave segnale al turista, e cioè che sia meglio soggiornare in un appartamento – con locazione tra privati – piuttosto che in una struttura ricettiva, che crea reddito diretto, indiretto alla collettività e, soprattutto, tanti posti di lavoro. La tassa di scopo non deve essere introdotta e su questo punto, già deliberato all’unanimità da un atto del Consiglio direttivo, la nostra posizione è ferma e netta, con un no assoluto, non concertabile, a sostegno e in pieno accordo con le azioni dell’Unione Provinciale Albergatori.