Palazzo Tagliaferro ad Andora è per il secondo anno consecutivo location ospite del Festival della Scienza, che si svolge dal 27 ottobre al 6 novembre a Genova.
Sono due gli eventi collaterali alla quattordicesima edizione del Festival, ispirati alla parola chiave della manifestazione, ovvero “segni”, proposti dal Museo Mineralogico Luciano Dabroi di Palazzo Tagliaferro ed organizzati dal Comune di Andora in collaborazione con CEContemporary
Il primo evento è costituito dalla mostra “Signs of Life – Rappresentare l’irrappresentabile” dell’artista Vania Comoretti, e dai laboratori didattici, a disposizione gratuita delle scolaresche, sul tema “Segni di Civiltà – le più antiche tracce del popolamento umano in Italia”.
Moltissime le tipologie di “Segni”, che verranno prese in considerazione dal Festival della Scienza, da quelli del linguaggio matematico o dell’evoluzione a quelli molecolari o genetici, fino ad arrivare a quelli che costituiscono la prova del delitto e la possibilità di vita su altri pianeti.
Il secondo evento Segni di civiltà – Le più antiche tracce del popolamento umano in Italia è al Museo Luciano Dabroi, in linea con il programma di valorizzazione del patrimonio di minerali e fossili consistente in oltre 5000 reperti esposti nelle sale del primo piano di Palazzo Tagliaferro. I partecipanti apprenderanno i primi rudimenti dell’archeologia preistorica, soprattutto paleolitica, e della paleontologia attraverso un gioco a squadre organizzato come un percorso a tappe lungo la penisola italiana.-
Il Museo sarà aperto per la durata del Festival dalle ore 15 alle 19 con ingresso gratuito. Per laboratori a disposizione delle scolaresche è necessaria la prenotazione, al numero 348.9031514, fino ad esaurimento posti disponibili.
I progetti proposti dal Museo Mineralogico Luciano Dabroi di Palazzo Tagliaferro:
Signs of Life Rappresentare l’irrappresentabile
Mostra dell’artista Vania Comoretti (nata a Udine, città in cui risiede, nel 1975) articolata attraverso l’esposizione di opere pittoriche e grafiche realizzate con tecnica tanto rigorosa quanto estrema a diventare reinvenzione topografico archivistica dell’umano e della sua espressività. Vania Comoretti sceglie l’acquarello, la china ed i pastelli su carta strumenti per un tempo lento di realizzazione, un’osservazione maniacale di quei dettagli del corpo e del viso che diventano storie di vita. Nelle opere esposte Vania Comoretti focalizza il suo sguardo su frammenti corporei, spesso solcati da segni lasciati su di essi da piccole costrizioni (l’asticella degli occhiali, l’elastico delle mutande o del reggiseno, la cintura troppo stretta, un orologio, un bracciale, la tracolla della borsa) mai irreversibili e sempre temporanei, segno di caducità dell’esistenza che tutti accomuna. L’artista registra nel suo scenario di frammenti, temperature interne ed esterne, culturali e ambientali, psicologiche e comunicazionali, che fanno dell’epidermide una pellicola sensibile e impressionabile come quella fotografica su cui restano impressi i segni della vita.
Laboratori Segni di civiltà – Le più antiche tracce del popolamento umano in Italia
Il laboratorio ha lo scopo di introdurre alla conoscenza delle più antiche tracce archeologiche e paleontologiche attualmente rinvenute sul territorio italiano. I partecipanti apprenderanno i primi rudimenti dell’archeologia preistorica, soprattutto paleolitica, e della paleontologia attraverso un gioco a squadre organizzato come un percorso a tappe lungo la penisola italiana. Scopo dell’attività è inoltre chiarire le differenze tra la professione del paleontologo e quella dell’archeologo, gli ambiti di studio di cui si occupano e grazie a quali tipi di tracce e segni i due studiosi collaborano alla ricostruzione dei paesaggi, degli ambienti e del modo di vita dell’uomo nella preistoria.