Prosegue a Loano la dodicesima edizione del Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale italiana.
Martedì 19 luglio, alle ore 18.30, sul lungomare nei Giardini Caduti di Nassiriya, Stefano Arrighetti, Cesare Bermani, Antonio Fanelli, accompagnati dalle canzoni di Gualtiero Bertelli, racconteranno i 50 anni di storia dell’Istituto Ernesto De Martino con la conduzione di Enrico de Angelis (direttore artistico del Premio Tenco). L’Istituto è un archivio sonoro specializzato, che ha raccolto materiali di carattere musicale (canti popolari e sociali, danze, riti, rappresentazioni popolari), testimonianze sui momenti più significativi della storia del movimento operaio, ordinati in un archivio specializzato per la conservazione, la catalogazione e lo studio delle forme di espressività orale, con annessa biblioteca, videoteca e filmoteca.
All’Istituto Ernesto De Martino sarà consegnato, la sera alle 21.30 sul Lungomare (Spazio Culturale Orto Maccagli), il Premio Realtà Culturale 2016 con la seguente motivazione: “Senza venire mai meno alla filosofia del suo fondatore, Gianni Bosio, e al grande studioso a cui è dedicato, l’Istituto ha attraversato cinquant’anni e due città (Milano e Sesto Fiorentino) raccogliendo, catalogando e divulgando con dedizione ed efficacia il canto sociale, le espressioni del movimento operaio, la cultura orale, senza innalzare nessuna barriera fra i modi in cui si tramandano e agiscono sul territorio. Non un semplice archivio ma il teatro di una ricerca che si arricchisce ancora oggi, felicemente, di nuovi documenti e considerazioni”.
Dopo la consegna, salirà sul palco del Premio Giuseppe Moffa, polistrumentista che riesce a unire nel suo repertorio le indiscutibili influenze sonore della tradizione musicale molisana al blues più nero. Autore che privilegia la narrazione di storie appartenenti a una provincia appartata ma per niente inerte, Moffa parte dal mondo popolare del sud d’Italia per un viaggio musicale alla scoperta del mondo interiore che si esprime con la voce, la chitarra, la zampogna, mescolando ritmo e melodia con un’originale e attraente combinazione di strumenti tradizionali e materiali di matrice “blues”, “popular” e “world”. Il suo ultimo progetto musicale Terribilmente demodé propone oltre a brani tradizionali molisani, canzoni originali scritte in italiano e in dialetto.
Moffa fa il suo esordio discografico nel giugno del 2010 con l’album “Non investo in beni immobili”, lavoro che contiene quattordici brani che rappresentano una nuova espressione di musica popolare italiana in cui la tradizione si arricchisce di sonorità “altre”, pur restando legata alla ricerca etnomusicologica. Due anni dopo fonda la Zampognorchestra, un singolare quartetto di zampogne con le quali spazia dal rock alla musica classica. “Bag to the future” è il disco d’esordio del gruppo di cui Giuseppe Moffa scrive la maggior parte delle composizioni e delle orchestrazioni. La Zampognorchestra colleziona numerose esperienze tra le quali i concerti con Hevia e la collaborazione in Corsica con Toni Casalonga e A Cumpagnia sulla polifonia e le musiche tradizionali corse. Nel maggio del 2015 esce “Terribilmente Demodè”. L’album vince il premio “Di Canti e di Storie” istituito dalla Squilibri Editore e si classifica tra i primi cinque candidati alla Targa Tenco nella categoria “Miglior disco in dialetto 2015”.