Paolo Buscaglia, mandatario della rete di impresa “Qui Laigueglia”, vice presidente dell’Ente Bilaterale Industria Turistica della provincia di Savona e proprietario-gestore dell’hotel Villa Ida a Laigueglia, analizza l’andamento del mercato turistico nella nostra provincia. Una “fotografia” che mette in luce la necessità di individuare nuovi prodotti per intercettare nuovi segmenti di clientela. Buscaglia auspica anche maggiore collaborazione fra gli enti pubblici per realizzare infrastrutture di grande richiamo, in grado di dare visibilità al territorio a livello internazionale.
Qual è la situazione del turismo nella nostra provincia?
Il mercato turistico è molto chiaro e non lascia dubbi su quello che è il suo andamento. Per una quindicina di anni, le strutture ricettive sono state supportate nel periodo invernale dal turismo della terza età. Oggi non è più così. Il turismo della terza età, nato in provincia di Imperia e poi allargatosi alla provincia di Savona, permetteva alle strutture ricettive di restare aperte 280 giorni l’anno. Ma, come ogni tipologia di mercato, sapevamo che anche questa avrebbe avuto una fine, e la fine, in questo caso, è stata determinata sia da motivi generazionali che di trend. Le generazioni che sono subentrate hanno maggiori capacità di scelta e maggiori possibilità di movimento. Sono più indipendenti, scelgono mete più competitive. E noi siamo rimasti scoperti. Per tanti anni, durante i mesi invernali, le strutture ricettive non hanno realizzato grandi utili, ma sono riuscite a non maturare delle perdite prima della stagione. Si ammortizzavano i costi: i margini non erano alti, ma la struttura riusciva a restare aperta. Molti alberghi continuano a crederci, a restare aperti anche nel periodo invernale, per non licenziare i dipendenti e cercare di intercettare mercati nuovi. Chi decide di farlo si trova però, inevitabilmente, a dover affrontare delle perdite, che dovrà poi recuperare nel periodo estivo. La clientela della stagione balneare è una clientela fedele, che non ci abbandona. E’ una clientela di prossimità, che conosciamo bene, e che continua ad essere fedele al territorio e alle strutture. La sfida, ora, è capire come fare a sostituire un mercato come quello della terza età con qualcosa che consenta alle strutture di restare aperte gran parte dell’anno.
Quali sono le possibili soluzioni?
Bisogna cercare nuovi prodotti turistici. Una direzione che la nuova presidenza dell’Unione Provinciale degli Albergatori ha intrapreso con decisione: dare priorità assoluta alla ricerca di nuove nicchie di mercato. Siamo consapevoli che è difficile, ma siamo anche consapevoli del fatto che il territorio negli ultimi anni è cambiato, e che l’asticella della qualità delle nostre strutture è salita. Non abbiamo paura di competere con altre località.
Quali sono i nuovi prodotti turistici?
Sul territorio sono nate nicchie di prodotti trainanti, che negli anni scorsi non c’erano. Mi riferisco a outdoor, cultura, natura, famiglie, enogastronomia. Se si lavora sodo e con professionalità, e con la volontà di cercare per questi nuovi prodotti i mercati giusti, potremo avere buoni risultati. La provincia di Savona ha un ottimo clima, ma da solo non è sufficiente a creare una vera motivazione di vacanza nel periodo invernale. Dobbiamo trovare prodotti che siano appetibili, che possano suscitare l’interesse di nuove tipologie di turisti.
Come si è mossa Laigueglia in questo ambito e su quale prodotto ha deciso di puntare?
A Laigueglia si è scelta la strada della rete di impresa. E’ nata, infatti, 4 anni fa “Qui Laigueglia”, che ci ha permesso di allacciare rapporti forti con le strutture e di rimanere vicini alle aziende. Eravamo partiti in 16-17, ora siamo 24, quasi tutti alberghi, e della rete fanno parte anche due ristoranti e due stabilimenti balneari. Abbiamo individuato nel Nordic Walking uno dei prodotti trainanti. Si tratta di un’attività outdoor molto in voga, che abbina natura, aggregazione, sport e sociale, non comporta grosse spese e si rivolge a un pubblico molto ampio. Abbiamo costituito il primo parco di Nordic Walking della Liguria, con otto percorsi che vanno dalla collina alla spiaggia.
Quali aiuti gli albergatori chiedono alla pubblica amministrazione? E’ sufficiente la richiesta di diminuire la pressione fiscale?
L’Unione Provinciale degli Albergatori è presente da anni in maniera forte su tutti i tavoli per cercare di alleggerire la pressione fiscale. Personalmente credo sia giusto fare tutte queste battaglie e sia dovuto farle, ma, a mio avviso, il vero sforzo della pubblica amministrazione dovrebbe essere rivolto a sostenere il turismo in maniera più ampia e condivisa, a livello comprensoriale. Lo sostengo da sempre. L’unico modo per dare davvero impulso alla nostra economia turistica è investire in infrastrutture di grande richiamo. L’Acquario di Genova lo dimostra. E’ l’unica grande infrastruttura nata in Liguria, e ha saputo cambiare l’economia di una città, creando presenze e indotto. E questo ha permesso alle strutture ricettive di investire e di continuare a lavorare. Purtroppo è l’unica infrastruttura di grande richiamo di tutta la regione. Sembra incredibile che non si sia riusciti finora a realizzarne altre. E’ necessario che le amministrazioni pubbliche collaborino, che si sviluppino sinergie a livello comprensoriale. I Comuni devono ampliare la visuale e investire insieme su strutture di importanza e visibilità internazionale, per far conoscere tutto il territorio e creare indotto e movimento per tutti.
Quali azioni dovrebbero mettere in campo gli albergatori?
Continuo a essere convinto che la nostra parte l’abbiamo fatta, e la stiamo facendo, sempre e bene. Due anni fa una ricerca voluta dall’UPA sulle recensioni del brand ricettivo della provincia di Savona ha dato risultati molto soddisfacenti. Non abbiamo niente da invidiare a nessuno e nel confronto con altre realtà turistiche italiane sia ai primi posti nel rapporto qualità-prezzo. La qualità oramai non è più una percezione, si pesa in maniera quasi scientifica. Le nostre strutture sono apprezzate e abbiamo una clientela fidelizzata, che supera l’80 per cento.
In tema di arrivi e presenze turistiche, quali sono le prospettive per i prossimi mesi?
I dati dimostrano che in provincia di Savona, fra Pasqua e settembre, le flessioni del movimento turistico, sia in positivo sia in negativo, sono minime. La stagione 2015 è stata buona, ma i dati hanno dimostrato che l’aumento nelle strutture ricettive non ha subito grandi sbalzi. Un dato significativo, scaturito dall’analisi dei dati della scorsa stagione, è invece quello che riguarda il fatto che solo un turista su cinque in Liguria si è rivolto nel 2015 alle strutture ricettive. Gli altri 4 sono si sono rivolti ad altri mercati e altri canali, soprattutto on-line. Mercati che spesso sono sommersi. Questo fenomeno desta forte preoccupazione fra gli operatori delle strutture ricettive tradizionali, che cominciano a sentirne pesantemente gli effetti.